27 luglio 2024: sessantacinque anni fa veniva a mancare l’Arciprete Mons Giuseppe Lariccia, docente di scuola e musica nonchè fondatore della Casa per l’Infanzia Abbandonata e della Scuola Musicale Luigi Rossi. Ha dedicato la sua esistenza per l’assistenza a giovani bisognosi e disadattati

Torremaggioresi illustri: 27 luglio 1959 – 27 luglio 1953 – sessantacinque anni fa veniva a mancare l’arciprete Mons Giuseppe Lariccia, docente di scuola e musica nonchè fondatore della Casa per l’Infanzia Abbandonata e della Scuola Musicale Luigi Rossi.Torremaggiore.Com non dimentica questo illustre figlio. Ad oggi purtroppo non risultano commemorazioni ufficiali per ricordare questa importante figura che tanto ha dato alla comunità torremaggiorese.

Parrocchia San Nicola Torremaggiore (Fg) - www.torremaggiore.com -
Parrocchia San Nicola Torremaggiore (Fg) – www.torremaggiore.com –

Mons. Giuseppe Lariccia (24/02/1882 – 27/07/1959) Arciprete, maestro di scuola e di musica, fu co-fondatore nel 1929 della Scuola Musicale “Luigi Rossi” di Torremaggiore. Fu sua l’idea della creazione della Casa per l’Infanzia Abbandonata che avviò negli anni cinquanta e dopo della sua dipartita fu terminata da Padre Arturo D’Onofrio da Visciano. Nel 1912 si recò a Bergamo dove si abilitò alla docenza nella scuola elementare e perfezionò la lingua francese. Sulle orme di Don Bosco si dedicò completamente all’infanzia ed alla gioventù bisognosa. Ha creato dagli anni Trenta molti pezzi musicali che vengono tutt’ora eseguiti durante la Processione dei Misteri il Venerdì Santo. Realizzatore di molti spettacoli teatrali (tra cui il memorabile “Cappuccetto Rosso” del 1932), fu anche direttore dell’orchestrina e del coro della Parrocchia di Santa Maria della Strada. Coordinatore, progettista e patrocinatore dell’umanitaria Casa per l’infanzia abbandonata. Autore dello scritto pregiato “Dieci Comandamenti”. Mons. Laricca è ricordato per il suo rigore morale e per la sua scrupolosa metodologia scolastica. Torremaggiore gli ha intitolato una strada nei pressi del Castello Ducale al posto del vecchio toponimo Via Maiella. Fu Cappellano assistente della confraternita del Santissimo Rosario, assistente ecclesiastico delle donne e della gioventù femminile di Azione Cattolica, ed organizzò corsi di taglio e cucito. Fu nominato cappellano maggiore della confraternita del Santissimo Crocifisso nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli e, qui, dal 16 marzo 1936, fu direttore spirituale del Terz’ Ordine Francescano femminile cittadino. E’ deceduto il 27 luglio 1959. E’ sepolto nella tomba di famiglia all’interno del cimitero monumentale di Torremaggiore.

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BIBLIOGRAFIA DI MONS. GIUSEPPE LARICCIA RACCONTATA DALL’AVV. MARIO A. FIORE

Tratto da Mario A. Fiore – Antonio Lamedica da Torremaggiore previa autorizzazione dell’autore

Giuseppe Lariccia nacque a Torremaggiore, settimo di dieci figli, il 24 febbraio 1882, da Michele e Concetta Carretta, e fin dall’infanzia sentì intensamente il fascino dell’ordine dei Frati minori Cappuccini. Ma la sua famiglia presso la quale era vivo ed attuale il ricordo delle persecuzioni che quell’Ordine aveva subìto a seguito delle leggi eversive, che accompagnarono l’avvento del regno d’Italia non solo negò l’assenso, ma fermamente contrastò quella giovanile inclinazione. Fu per questo che si convinse a vestire nel secolo l’abito talare e, dopo le scuole elementari frequentate a Torremaggiore, entrò nel seminario diocesano, venendo unto sacerdote il 29 luglio 1906, nella cattedrale di San Severo, dal pio e dotto vescovo Emmanuele Merra, da Andria (che sventura volle finisse i suoi giorni vittima di basse calunnie propalate da alcuni infimi rappresentanti del clero torremaggiorese, che provocarono l’ispezione di un Visitatore apostolico, in persona del vescovo di Foggia, mons. Salvatore Bella). In quell’occasione tra gli altri scritti gli venne indirizzato un omaggio poetico uguale anche dal confratello nel sacerdozio, Emanuele Jacovelli. Cantò la sua prima liturgia il successivo 30 luglio nella Chiesa matrice di Torremaggiore e fu chiamato a prefetto del seminario diocesano, ove rimase per qualche anno. Fin da allora si distinse per la sua vena poetica, che esercitò con successo anche nell’idioma latino. Di rilievo, in trentasei distici dodecasillabi, ci resta un carme, inedito, dedicato a Pio X, in occasione del genetliaco di quel Pontefice. Verso il 1912, onde allontanarsi dall’ambiente infido e velenoso che si era venuto a creare nel clero di Torremaggiore, si recò in Lombardia (a Bergamo) ove volle abilitarsi insegnante elementare e, per sostentarsi, cominciò, in quelle contrade, ad attendere a tale sua attività, dedicandosi anch’egli, come Don Antonio, sulle orme di Don Bosco e trovando anche il tempo di perfezionare la sua conoscenza della lingua francese. Richiamato militare, fece parte del settimo Sanità durante il primo conflitto mondiale, terminato il quale, per volontà del vescovo di San Severo Gaetano Pizzi, fece ritorno presso i suoi a Torremaggiore, ricevendo, con le lettere dimissorie, l’encomio dell’Ordinario della diocesi di provenienza. Incardinandosi nuovamente nel clero d’origine, venne annoverato tra i partecipanti della chiesa matrice. Il suo innato trasporto verso i ragazzi, alla purezza dei quali anelava, gli dettò di continuare nell’insegnamento anche nel natio luogo; ma la sua infaticabile indole non poteva distrarlo dalla sua primaria missione del culto divino e collaboratore dei suoi superiori gerarchici.

Perciò assunse la mansione di Cappellano assistente della confraternita del ss.mo Rosario, nella chiesa di S. Anna, ove, per la ricorrenza del Natale, allestiva un monumentale presepe, (che continuò a preparare nella Chiesa di Santa Maria allorchè ne divenne arciprete-parroco). Con decreto del luglio 1933 venne chiamato quale economo del parroco nella chiesa di Santa Maria della Strada; il 23 Marzo- 7 aprile 1934 il comando generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, previo assenso dell’Ordinario diocesano, lo designava cappellano della 667esima legione “Balilla”, col grado di Capo manipolo. Dallo stesso anno, per provvedimento del vescovo del primo ottobre, espletava la funzione di assistente ecclesiastico delle donne e della gioventù femminile di Azione cattolica, organizzando in quelle associazioni elogiati corsi di taglio e cucito. Quindi fu nominato cappellano maggiore della confraternita del ss.mo Crocifisso nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e, qui, dal 16 marzo 1936, direttore spirituale del terz’ Ordine Francescano femminile cittadino.

Collaborò, in quegli anni, con P. Benedetto da San Marco in Lamis, alla stesura del libro “Sempre fanciullo e penitente”, nel quale si leggono la vita e le opere del Servo di Dio P. Gabriele da Mentone, tumulato in quel tempio. La biografia di P. Gabriele redatta dal Lariccia fu presa in riferimento in una recente ed esaustiva opera sui Cappuccini in provincia di Foggia. Nel luglio 1936 accadde un avvenimento che suscitò dapprima perplessità e poi imbarazzo all’interno della Chiesa e curiosità morbose fuori di essa, compromettendo direttamente la diocesi di San Severo. Un prete originario di Torremaggiore, Raffaele Codipietro, fungeva da parroco a Paganico Sabino e pensò bene di promuovere la devozione tra i suoi filiani, iterando il miracolo eucaristico di Lanciano, durante la celebrazione della sacra liturgia. La turpe profanazione fu scoperta dopo accurate analisi ( che stabilirono l’origine e la natura del sangue sgorgato dall’Ostia) e meticolose indagini, promosse sia dal Santo Uffizio che dalle diocesi interessate, tra le quali quella di San Severo, dalla quale proveniva l’impostore- taumaturgo. Si può bene comprendere la stima riposta nel Lariccia dalla gerarchia cattolica se si pensa che l’Ordinario affidò, sub secreto, le indagini al Nostro, il quale, con sagacia certosina, raccogliendo prove e testimonianze, mise le Autorità sulle tracce conducenti alla conclusione del caso. Dal 27 novembre 1937, per imposizione del vescovo Durante, veniva delegato ad essere il confessore ordinario delle Suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, che accudivano l’asilo infantile “De Sangro” e delle Suore Figlie di Sant’Anna, addette al locale ricovero di mendicità annesso all’ E. C. A., all’orfanotrofio femminile “Francesco Paolo Ciaccia” ed all’ospedale civile “San Giacomo”. In quegli stessi anni, costituito a Torremaggiore il ginnasio, sui relitti del quale Don Antonio Lamedica fondò nel 1940 la scuola media parificata, venne chiamato ad insegnarvi religione; incarico che, come si può ben immaginare, accettò incondizionatamente e con entusiasmi, affiancando il confratello nel sacerdozio e nelle scelte di vita in tutte le peripezie che accompagnarono il nascere di quella istituzione. Ma già dal 1939 mons. Durante, per le avvenute dimissioni dell’arciprete don Enrico Lamedica, con bolla del 25 gennaio, gli impose di assumere, quale vicario economo, la guida della parrocchia di Santa Maria della Strada. Sul principio del 1940 vinse il concorso per l’assegnazione della parrocchia e ne divenne arciprete; ma, temendo di aver frustrato le aspirazioni di qualche confratello, subito dopo (avendo in quel breve lasso di tempo restaurato le strutture fatiscenti del tempio) rinunziò all’incarico nelle mani dell’ordinario. Per la morte di quel presule venne inviato a reggere le sorti della diocesi, quale Amministratore apostolico, mons. Andrea Cesarano, metropolita sipontino, il quale, ammirato dall’equilibrio e dallo zelo del Lariccia, provocò nel 1942, una bolla di Pio XII, con la quale il sacerdote veniva nuovamente posto alla guida di quella parrocchia con il titolo di arciprete. Fu così che, dimessosi dall’insegnamento nelle locali scuole elementari, durante la seconda guerra mondiale, dovette rendersi conto direttamente dello stato compassionevole del gregge affidatogli e cercò di lenire in tutti i modi le situazioni di estremo bisogno che gli si presentavano. Da allora cominciò a far ospitare diverse centinaia di ragazzi negli istituti di assistenza che fiorivano nel Nord Italia, specialmente in Emilia presso la casa di Don Marella in Imola. Ma compreso del disagio e dei traumi che inevitabilmente provocava in quei giovani il forzato allontanamento dall’ambiente nativo, concepì il disegno di erigere in Torremaggiore una casa per l’infanzia trascurata. E, tra la derisione di più e l’incomprensione dei vicini, iniziò la costruzione verso gli anni ’50, sul sito, offertogli, dopo molte ed insistenti richieste, dall’amministrazione civica, laddove una volta sorgeva il venerando oratorio di San Sabino, patrono del paese; e la sua aspirazione ultima era di ricostruire in quel sito, una volta innalzato l’edificio, una nuova cappella dedicata a quel Santo. Molte volte fu notato, ormai vecchio quasi ottuagenario e sofferente di ernia, accompagnato da alcuni dei suoi cari ragazzi, trasportare pesanti massi per la costruzione delle fondamenta di quel fabbricato, per il quale impiegò quasi tutte le sue cospicue sostanze, quasi niente ricevendo dagli altri. E ciò fino a luglio del 1959, quando chiuse i suoi giorni, riuscendo a terminare, oltre al rustico, poco più di un’ala della grande casa, poi completata dall’infaticabile Padre Arturo D’Onofrio da Visciano.

Nel 1957, due anni prima della morte, per far largo ad un giovane confratello, al quale fece da padrino di cresima, rinunciò all’incarico di parroco (all’epoca i parroci erano inamovibili ad vitam, ma il Lariccia, con spirito profetico, percorse i dettati dal Concilio Vaticano II, secondo i quali è consigliabile che diano le dimissioni al compimento del settantacinquesimo anno) e si consacrò completamente all’assistenza dei giovani bisognosi e disadattati, sistemandone, da ultimo, una ventina, nei soliti istituti religiosi, solo qualche mese prima del trapasso.

FOTO DEL FUNERALE DI MONS LARICCIA : uscita del feretro dalla sua casa e Santa Messa presso la Chiesa Matrice di San Nicola presieduta dal Vescovo Mons. Francesco Orlando

Lo Staff di Torremaggiore.Com ringrazia sentitamente l’Avv. Mario A. Fiore e la famiglia Lariccia per aver fornito foto e vario materiale per la stesura di questa nota. Nello specifico un plauso all’Avv. Mario A. Fiore e ad Aurelio Ercole Lariccia e a Maria Teresa Lariccia per le foto di Mons Lariccia tratte dall’archivio di famiglia.

MA – Torremaggiore.Com Notizie – on line since 1999 – 26/07/2023 ore 22.15

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