(TMOL) Il 16 agosto nel mondo cattolico è una data molto importante poichè si ricorda la figura di San Rocco deceduto nella notte tra il 15 e 16 agosto 1376/1379. E’ considerato il patrono delle seguenti categorie: appestati, contagiati, emarginati, ammalati, viandanti e pellegrini, selciatori, invalidi, prigionieri, chirurghi, operatori sanitari, farmacisti, assicuratori, necrofori, volontari, cani, protettore delle ginocchia e delle articolazioni. San Rocco è stato canonizzato da Papa Gregorio XI nel 1414 in occasione del Concilio di Costanza. Nella nostra Torremaggiore è presente una statua lignea del XIX secolo raffigurante San Rocco, venerata presso la Chiesa delle Sante Croci. Analizzando la statua è possibile osservare la presenza di un cane con un tozzo di pane tra i denti; raffigurazione che evidenzia l’azione concreta della Divina Provvidenza che gli inviava cibo ogni giorno. Il più grande studioso della storia locale nella persona dell’Avv. Mario A. Fiore ci ricorda che in questa giornata già dal XIX secolo veniva effettuata la benedizione dei cani dal clero locale in forza in questa Chiesa.


NASCITA DELLA FIERA DI SAN MATTEO NELLA PENULTIMA DOMENICA DI AGOSTO DAL 1871 – Notizie storiche tratte da Mario A. Fiore, Torremaggiore: profilo politico – economico – sociale all’epoca dell’annessione; genesi e prodromi dell’odierno insediamento demico, pro manuscripto, rielaborato nell’anno 2016 –
La fiera di San Matteo si teneva la penultima domenica di agosto – in prossimità della chiesetta extra moenia della Santa Croce, ove si custodiva e si venerava, come ancor tuttodì, il simulacro dell’apostolo-evangelista – e, per l’occasione, oltre che il bestiame sopravvissuto alle traversìe estive, venivano commerciati specialmente i giovani maiali che, fatti diventare adulti in ambiente domestico, sarebbero stati sottoposti all’estremo sacrifizio il successivo 17 gennaio in occasione della festività di Sant’Antonio abate, … celeste protettore dei suini. La fiera, istituita con decreto della Deputazione provinciale del 6 settembre 1871, durava tre giorni (sabato, domenica e lunedì) ma non ebbe mai partecipazione come quella di giugno posta sotto l’egida di San Sabino. Eccone la genesi, tratta dai relativi documenti (in: Archivio di Stato Foggia, Prefettura di S. Severo – Fiere e mercati, fascio 91).Il 2 novembre 1870 si riuniva nella sala delle Adunanze il Consiglio Comunale di Torremaggiore in convocazione ordinaria di Autunno. Presenti i consiglieri Orazio Ametta, Antonio Venetucci, Matteo Piano, Ferdinando Piccinino, Luigi Fantetti, Federico Marino, Antonio Lippi, Michele Ricci, Federico Buccino, Felice Santoro. Il presidente, sindaco Trematore, proponeva all’ordine del giorno la discussione per l’istituzione di una nuova fiera. L’assessore anziano faceva osservare che è desiderio di tutti i cittadini che venga istituita una nuova fiera da farsi l’ultima domenica di agosto di ogni anno, “perchè in quest’epoca, terminati tutti i lavori, ciascuno trova la comodità di potersi disfare di animali inutili ed acquistare dei buoni”. Il Consiglio, “ritenendo che gli industriosi di questo Comune avrebbero utilità dalla istituzione della nuova fiera, perchè fiere e mercati favoriscono il commercio e le industrie e poichè questo comune ha cibo, acqua, locali adatti per la comodità degli avventori, delibera all’unanimità l’istituzione di una fiera, pagando una tassa di £ 50, prescritta dalla legge del 17 maggio 1866 n. 2933.”Del verbale della deliberazione venivano rimesse copie alle amministrazioni comunali di Lucera e di Foggia per l’affissione agli albi pretorî. Altre copie venivano spedite ai comuni del Circondario di S. Severo e dei circondari limitrofi per eventuali opposizioni.Il Comune di Serracapriola si opponeva con delibera del 31 dicembre 1870, sostenendo che in quel luogo si tiene il 4 settembre, con successo e da molti anni la fiera di S. Rosalia e che, pertanto, la progettata fiera a Torremaggiore avrebbe danneggiato quella di Serracapriola, distante solo 19 chilometri, se fatta con un intervallo di soli 3 o 4 giorni. Si appellava, di conseguenza, all’onorevole Deputazione Provinciale perchè fosse respinto il progetto del Comune di Torremaggiore.Manfredonia e Lucera non sollevavano eccezioni. Pertanto la Deputazione stabiliva che la fiera potesse tenersi solo osservandosi un intervallo di quindici giorni dalle altre fiere del circondario. Il consiglio comunale di Torremaggiore, nella riunione del 27 febbraio 1871 osservava che se si fosse anticipata la fiera di Serracapriola si sarebbe opposto il comune di Troia, ove si teneva fiera il 10 agosto; se si fosse posticipata l’opposizione sarebbe venuta da San Marco, ove la fiera si faceva il 21 settembre. Inoltre in quell’adunanza si faceva rilevare che, allorchè nel 1869 si ebbe a verificare una circostanza opposta tra i due comuni, lo stesso Consiglio provinciale rigettava l’opposizione affermando che il diritto di istituire fiere derivasse dalla legge. Su tale presupposto quell’organo amministrativo provinciale autorizzava la fiera di San Matteo.